Il tema centrale dell'intervista (che sarà replicata sabato alle 21:30) è la necessità di mettere in risalto ciò che unisce le culture del Mediterraneo piuttosto di quello che divide.
Il monoteismo, per esempio, è fede comune delle tre religioni abramitiche, che fanno riferimento ad Abramo come Padre della fede, sebbene la figura di Abramo sia delineata in modo diverso nella Bibbia e nel Corano; il rapporto del credente con Dio, inoltre, implica che venga riconosciuta la supremazia della Sua volontà, anche se il tipo di rapporto non è identico; ancora, la preghiera è sempre espressione del rapporto con Dio, ma in forme diverse; e così via.
L'integrazione musulmana in Occidente, tuttavia, pone difficoltà concrete: i musulmani chiedono il riconoscimento del loro statuto personale, che include anche istituti rientranti nell'ambito dei diritti reali come il legato, le successioni, gli atti di liberalità post mortem ecc.
La questione più spinosa riguarda l'applicazione delle norme del diritto di famiglia islamico, che non prevedono la parità di diritti e doveri tra coniugi.
L'integrazione delle comunità musulmane in ordinamenti come il nostro non può prescindere dalla distinzione tra sfera civile e sfera religiosa e dal riconoscimento dei valori civili presenti nella nostra Costituzione, nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1948 e in tutte le convenzioni internazionali sottoscritte dall'Italia.
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